Il sottostimato potere degli occhi (Pensieri sconnessi su odio e provocazione)

Hanno portato il notebook per CapoPalla. E’ venuto ad installarlo L._Sistema_Operativo, il tecnico che ci mandano da sempre. Lui ci conosce. Nulla lo stupisce più. Ci fa visita a cadenza regolare, bisettimanale. Solo per un periodo era sparito. Un intervento chirurgico se non capii male. Ma di certo non glielo chiederò. La sua vita non mi riguarda. Entra nel mio ufficio, lo guardo, mi piace. Nel senso generico del termine. E’ dimagrito dopo quell’intervento. A me piacciono gli uomini magri. Hanno qualcosa di sessuale le ossa visibili. Zigomi, scapole, sterno. Ma gli affari vanno rigorosamente separati da piacere. Non farlo sarebbe molto più accattivante. Ma ci vogliono precauzioni. Schermature cardiache. Col sesso non è dato mai di sapere dove si andrà a finire esattamente. E comunque non ci ho mai provato con nessun uomo: nessuno. E non intendo cominciare adesso. Sono molto femminista in questo. Io ti guardo, tu capisci e ti muovi. Se non sai cogliere la pupilla eccessivamente fissa su di te non sono problemi miei. Ti ho scrutato ogni millimetro di pelle scoperta e ho delineato quella coperta, atomo dopo atomo. Dovrebbe essere chiara la questione. Non che abbia mai fatto nulla di tutto questo con L._Sistema_Operativo. In effetti forse una volta sì. Per gioco. Mi piace vedere le reazioni delle persone. Anche senza nessuna finalità specifica. Soprattutto lì. Con l’uomo della mia vita che aspetta al piano di sotto. Nulla da perdere, nulla da guadagnare. E’ come mettere alla prova. Testare resistenza, nervi, solidità . E così lo incrocio sulla porta della sala fotocopie. Siamo soli e discretamente vicini. Non troppo. Solo qualche centimetro oltre i limiti antipanico. Mi parla del server. Lo fisso, gli fisso le labbra e rispondo impassibile, a tema, precisa sul dettaglio tecnico. Però lo scruto in quel modo ambiguo. E lui scappa. Non mi rivolse la parola per oltre un mese. Chiedeva sempre di qualche collega. Divertente. Come sia facile insinuare dubbi inesistenti. Come le persone scappino, invece di reagire. Poteva chiarire la sua posizione. Gli sarebbero bastati gli occhi. Gioco ad armi pari. Senza parole. Non ne servivano. Le parole tradiscono in certi casi. La storia lo dimostra. Ero alle superiori, in seconda. E odiavo profondamente l’insegnante di tedesco. Aveva commesso un errore imperdonabile. Eppure mai uno sgarro da parte mia. Ma la fissavo, intensamente, per mesi. Gli occhi dicevano tutto il mio disprezzo per lei. L’odio le si riversava addosso da una posizione imprecisata tra i banchi di mezzo. E alla fine cadde. Mi chiamò in privato e mi chiese del modo in cui la guardavo. Disse di essere consapevole del fatto che la odiassi. Negai, falsamente stupita, così piena di forzata innocenza. Molto teatrale, ma sulle parole si può recriminare, sugli occhi no. Avrebbe dovuto saperlo, saper aspettare. Anche se avrebbe atteso invano. Avrebbe dovuto rispondermi con lo sguardo. Aggiungere al suo cinismo naturale quel tocco extra personalmente riservato a me. Ma non si rese conto che la bocca a volte è meglio non usarla. E che gli occhi non sono fatti solo per guardare. Peccato. State perdendo uno strumento comunicativo fondamentale. Tagliente, inopponibile. Tu, L._Sistema_Operativo e chissà quanti altri al mondo. E quando qualcuno ve ne sbatte in faccia il potere, rimanete del tutto disarmati. In fuga. Intrappolati in reazioni illogiche. Come criceti sulla ruota. Non amo la banale preferenza per occhi chiari e limpidi. Non focalizzo sulle iridi azzurro-verdi. Ma uno sguardo che sapesse sostenere il mio, le sue provocazioni, il suo odio e tutto ciò che con gli occhi può essere comunicato è qualcosa che difficilmente potrei dimenticare.

5 risposte a "Il sottostimato potere degli occhi (Pensieri sconnessi su odio e provocazione)"

  1. pensi che uno sguardo non si possa fraintendere? Secondo me non è molto diverso dalle parole. e così come le parole, appunto, c’è chi lo userebbe in modo errato.
    e chi gli darebbe troppo peso o chi lo prenderebbe troppo alla leggera. Alla fine è solo questione di udito, che sia uno sguardo o che siano parole sussurrate o urlate bisogna sempre e soltanto saper ascoltare.
    Un saluto, bello qui.

    1. Partendo dal presupposto che la parola è l’elemento comunicativo cardinale tra esseri umani, se ad essa sommi lo sguardo puoi ottenere molte risposte in più. Di per sè tutto è fraintendibile, lo sguardo come la parola. Si tratta più che altro di utilizzare e saper decodificare tutti gli elementi di comunicazione di cui disponiamo: questo determinerebbe minori fraintendimenti. Grazie del passaggio.

    1. Molte volte diamo un’eccessiva importanza alle parole, ai significati sottintesi e ci perdiamo in elucubrazioni assurde. Credo che dovremmo invece imparare a usare il corpo, la gestualità, lo sguardo come strumenti comunicativi e focalizzare senza ansie su ciò che gli altri potrebbero volerci comunicare con sguardi, sorrisi e movimenti del loro corpo. Credo sarebbe un modo più completo di esprimerci e capirci senza fraintendimenti nè punti di domanda inutili.

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